VIII Congresso Fai-Cisl Piemonte, Emilio Capacchione confermato segretario generale

di FAIPIEMONTE

Si è svolto a Nizza Monferrato in provincia di Asti l’ottavo congresso della Fai-Cisl Piemonte, al termine del quale il Consiglio generale ha confermato
Segretario generale Emilio Capacchione ed eletto al suo fianco in segreteria Tommaso Bonaveri e Maria Giovanna Griseri.

L’iniziativa è stata l’occasione per un confronto approfondito tra delegati, operatori, dirigenti sindacali, istituzioni locali e regionali, parti sociali, per focalizzare le azioni di tutela per i lavoratori agricoli e dell’industria alimentare, della forestazione, dei consorzi di bonifica, dell’acquacoltura e del tabacco; settori ben presenti in Piemonte, in cui la Fai vanta oltre 10mila iscritti, e che anche nel 2024 si è confermata come una delle regioni più dinamiche della filiera agroalimentare nazionale.
Molti temi europei e internazionali al centro della relazione di Capacchione, dato l’impatto delle tensioni geopolitiche sull’agroalimentare nazionale e regionale.

Tra le priorità, per il sindacalista, la salute e sicurezza, “più acquisita nelle realtà dell’industria alimentare ma ancora troppo poco nel lavoro agricolo”, e l’inclusione dei lavoratori stranieri, che svolgono un ruolo determinante nel made in Italy agroalimentare: “In Piemonte – ha detto in proposito – sono diversi i protocolli e le intese raggiunte a livello locale per gestire i flussi stagionali, ma la loro applicazione spesso fatica a partire per mancanza di fondi per l’edilizia e l’accoglienza, così assistiamo all’inaccettabile nascita di baraccopoli e fenomeni di illegalità, per questo rivendichiamo la necessità di attivare tavoli regionali sul caporalato e sull’immigrazione. I lavoratori immigrati che si rivolgono a noi – ha
aggiunto Capacchione – mostrano tutti gli stessi bisogni, alloggi, permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, richieste di cittadinanza, in questo le istituzioni devono sostenerci nel nostro ruolo di corpi intermedi fondamentali per garantire un’inclusione concreta e un mercato del lavoro più efficiente”. Altra priorità, per Capacchione, la situazione contrattuale: “I risultati ottenuti nei rinnovi di tutti i contratti provinciali agricoli, con un aumento medio del 6,2% – ha detto il sindacalista – sono la dimostrazione che il settore in Piemonte ha marginalità di guadagno e merita dunque risposte adeguate”.

Durante i lavori, presieduti da Tiziana Mascarello, componente della Segreteria della Cisl Cuneo, è stato anche dedicato un minuto di silenzio alla scomparsa di Papa Francesco. Tra i partecipanti all’evento, anche il Segretario generale della Cisl Piemonte, Luca Caretti, che ricordando alcune importanti vertenze regionali ha sottolineato: “La Federazione ha dimostrato di interpretare in pieno lo spirito cislino del sindacato libero, autonomo, pragmatico, concentrato nel dare risposte concrete ai lavoratori, un approccio coerente che assieme alle altre categorie ha premiato la Cisl regionale con un’ulteriore crescita di oltre 3mila iscritti nell’ultimo anno, cosa non scontata in tempi di populismo sindacale e approcci ideologici al mondo del lavoro”.
Gli interventi si sono conclusi con il Segretario generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota, che sottolineando i timori per l’introduzione dei dazi voluti da Trump ha affermato: “L’impatto solo per l’agroalimentare piemontese metterebbe a rischio 5mila addetti per ogni 10% di export perso,
un peso che va inquadrato all’interno di un settore che in regione occupa 120mila lavoratori in 52mila aziende, mentre a livello nazionale rischiamo danni per quasi due miliardi di euro: va evitato che siano i lavoratori a pagare il conto, per questo servono risposte concertate per evitare guerre commerciali ed è importante farlo attraverso un’Europa realmente unita e coesa, guardando agli Usa ma anche a nuovi mercati che garantiscano criteri di reciprocità a tutela di imprese, lavoro, ambiente, sicurezza alimentare”.

Tra i temi affrontati dal leader della categoria, le preoccupazioni per le dinamiche demografiche: “Entro il 2040 – ha sottolineato Rota – avremo 4 milioni di lavoratori in meno, bisogna agire subito per costruire un sistema pensionistico adeguato, per garantire un sistema sanitario pubblico come quello inaugurato con Tina Anselmi nel 1978, per costruire una società accogliente e inclusiva per i lavoratori stranieri, inoltre mancano politiche concrete per le aree interne, che continuano a spopolarsi con gravi danni alla prevenzione del dissesto idrogeologico e al presidio agroambientale, per cui proponiamo una fiscalità di vantaggio per incentivare l’attrattività di quei territori verso giovani e imprese”. In conclusione Rota ha ricordato la legge approvata alla Camera sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese: “Una conquista partita dal basso con la raccolta firme della Cisl, a maggio giungerà in aula in Senato e dopo la sua approvazione definitiva dovrà essere attuata concretamente in ogni luogo di lavoro anche nei nostri settori, per costruire un vero protagonismo dei lavoratori e un sindacato motore di
cambiamento”.

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